Pierre Ardouvin, Stanley Brouwn, Andrea Francolino, Andrea Fraser, That’s Painting Production, David Tremlett, Ger van Elk
La nascita dell'arte ha molto a che fare con l'immagine speculare del muro. Dalle caverne preistoriche alla lunga storia dell'affresco, che dal Medioevo arriva fino al murale contemporaneo, i muri hanno parlato e parlano sempre e comunque della nostra storia e aiutano ad ampliarne la visione rendendola in qualche modo più completa. Un insieme straordinario di superfici come presìdi di memoria disseminato lungo tutte le città, nelle chiese, nei palazzi, sui monumenti, che è parte della storia e che rende e i muri portatori di significati profondi e diversi.
Nel quadro dell'obiettivo istituzionale della fondazione volto alla cura della relazione con il patrimonio storico come atto di cultura contemporanea, le pareti dell’attuale sede espositiva della fondazione, risalente al XVII sec., sono state utilizzate come spunto per lo sviluppo del progetto espositivo dal titolo “SUPERFICI CON: ”. Infatti, se l’arte contemporanea ha fatto esplodere la sua stessa definizione insistendo sul fatto che essa dipenda dal contesto, questo aspetto, è stato usato come materia prima per questa mostra che vuole mettere in relazione l’universo semiotico e storico presente sulle superfici murarie del padiglione espositivo della fondazione (affreschi, stemmi, petroglifi, iscrizioni, crepe, archigrafie), in rapporto con l’universo creativo di alcuni artisti, che rispetto all’opera hanno assunto un dialogo con le superfici murali, intese sia come superfici accoglienti l’immagine, sia come dispositivi osmotici per la visione, sia, infine come membrane attivanti lo scambio tra opera, artista e spettatore.
Nel mescolare pittura, fotografia e installazione, la mostra, che non accade "in un luogo" ma "con un luogo", parte dunque dalla memoria dei segnacoli presenti nella sede espositiva della fondazione per mostrare alcune opere di arte contemporanea che sensibilizzando le superfici dell’ambiente evidenziano la fondamentale relazione tra il linguaggio, la rappresentazione visiva e lo spazio costruito, invitando gli spettatori a rivolgere l’attenzione anche a un lato nascosto della fruizione degli spazi espositivi, cioè i muri dello spazio-mostra dove si celano segni o testi privi di pretese, che se nei tempi passati rappresentavano uno sfogo o una traccia, oggi conquistano autorevolezza, diventando elementi di patrimonio.
In questo quadro i muri e le pareti del padiglione espositivo SoutHeritage, quali testimonianze degradate dal tempo e dalla storia, diventano la cornice ideale di un progetto in cui territorio e architettura non sono più semplicemente località geografica e contesto espositivo, ma diventano essi stessi medium. In quest’ottica, l’esposizione pone al centro dell’esperienza culturale non solo opere di arte contemporanea che trasformano i volumi dell’architettura storica in spazi sensibili e contenitori di esperienze collettive, ma anche il valore simbolico degli stessi, in un allestimento che sposta l’esperienza culturale verso una commistione di linguaggi fra arti visive contemporanee e museografia.
Spostando i riflettori dai segni presenti sulle pareti dello spazio espositivo a un gruppo di pratiche artistiche (le ricerche degli artisti: Pierre Ardouvin, Stanley Brouwn, Andrea Francolino, Andrea Fraser, That’s Painting Production, David Tremlett, Ger van Elk), l’esposizione non solo ridistribuisce il potere a tutti gli artisti partecipanti, ma genera anche un'interrogazione critica sul suo formato in quanto il pubblico è invitato a far riferimento anche alle superfici dello spazio espositivo nel suo complesso. In questo ambito infatti, la mostra è pensata e articolata in modo che ogni superficie del luogo – dalle pareti al soffitto, fino al pavimento – sia parte integrante del discorso visivo in cui l’architettura non fa solo da sfondo, ma dialettizza attivamente con le opere rivelando connessioni tra contenuto e contenitore, tra arte e spazio, suggerendo così una lettura più profonda e stratificata dell’esperienza visiva.
In quest’ottica che vuole riflettere sul “formato mostra” come organizzazione di un contesto di esperienza e narrazione per il pubblico e sullo spazio dell’arte come negoziatore di atti immaginativi, l’esposizione prevede anche l’organizzazione congiunta di attività di mediazione e coinvolgimento con il pubblico che, per tutta la durata della mostra vedranno approfondire alcuni aspetti fondamentali delle opere in mostra attraverso suggestioni, spunti e riferimenti legati a tematiche e figure di rilievo di correnti artistiche del contemporaneo. A completamento della mostra un apparato di didascalie ragionate a lettura facilitata (provviste di hashtags e mentions), unitamente ad un contributo critico, arricchiscono e accompagnano il visitatore nell'offerta informativa e favoriscono un’interazione accessibile e accogliente.
Inoltre, la mostra, in una logica di collaborazione a reti collegate ad agende critiche internazionali, è parte del programma della V edizione della BIENALSUR 2025, biennale decentrata che abbraccia le problematiche del mondo contemporaneo, collegando simultaneamente spazi artistici, musei, artisti, pubblico e comunità di tutti i continenti, con l’obiettivo di esplorare nuove dinamiche e logiche di circolazione artistica e sociale. In questo contesto, il progetto espositivo “SUPERFICI CON:” s’inserisce come spunto di riflessione sul fenomeno sempre più diffuso della globalizzazione delle biennali. Attraverso la scelta curatoriale e un allestimento pensato come strumento critico, la mostra si propone di riflettere sul senso di opere nate per contesti specifici, ampliandone la lettura e il valore concettuale con l’’intento di sottrarle a una fruizione standardizzata e offrire nuovi codici interpretativi capaci di restituire complessità e profondità in un panorama artistico sempre più uniformato.
Info aggiuntive
“SUPERFICI CON: Pierre Ardouvin, Stanley Brouwn, Andrea Francolino, Andrea Fraser,
That’s Painting Production, David Tremlett, Ger van Elk”
progetto promosso da
Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea
redatto da
Angelo Bianco Chiaromonte
coordinato da
Roberto Martino, Francesca De Michele
nell’ambito della
BIENALSUR 2025
prodotto con il sostegno di
MiC – Ministero della Cultura
Regione Basilicata
Palazzo Viceconte – Cultura
Bgreen – Agricoltura e Partecipazioni
e con il patrocinio e il contributo della Città di Matera
sedi
Padiglione SoutHeritage, Via S. Potito 7 – Rioni Sassi, Matera
(area soggetta a ZTL, si consiglia di parcheggiare presso i parcheggi esterni al centro e raggiungere P.zza Duomo – V. S. Potito a piedi)
formato
mostra collettiva
artisti
Pierre Ardouvin, Stanley Brouwn, Andrea Francolino, Andrea Fraser, That’s Painting Production, David Tremlett, Ger van Elk
inaugurazione
15 novembre, ore 18:30
date
18 novembre > 30 dicembre 2025
orari
martedì > sabato – 17:00 > 20:00
ingresso
gratuito
info
+ 39 0835 231767
info@southeritage.it
www.southeritage.it
www.facebook.com/FondazioneSoutHeritage
www.twitter.com/SoutHeritage
www.instagram.com/fondazione_southeritage
ARTISTI
Pierre Ardouvin
Stanley Brouwn
Andrea Francolino
Andrea Fraser
That’s Painting Production
David Tremlett
Ger van Elk
SOSTENUTO / PATROCINATO
Con il patrocinio
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Mostra arte contemporanea
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Quando
da Sab 15 Novembre 2025
a Mar 30 Dicembre 2025
Costo e Target
Gratuito
Adatto a tutti, Adatto alle famiglie, Adatto alle scuole, Adatto ai giovani 16 - 30, Adatto a pubblico di settore, Adatto agli adulti
ARTISTI
Pierre Ardouvin
Stanley Brouwn
Andrea Francolino
Andrea Fraser
That’s Painting Production
David Tremlett
Ger van Elk
SOSTENUTO / PATROCINATO
Con il patrocinio