Zona P.A.I.P. di Matera: Nascita, crescita, prospettive e futuro sviluppo? Mostra antologica e retrospettiva Evento

La storia del P.A.I.P. a Matera si intreccia con lo sviluppo economico di una città alla ricerca della identità sociale, produttiva e commerciale negli anni che seguono il boom economico del secondo dopoguerra.

L’economia materana era fortemente influenzata dall’attività primaria nonostante ci fosse un tessuto artigianale che aveva rappresentato per molti abitanti dei Sassi occasione di riscatto sociale.

Un borghesia artigianale e commerciale, infatti, si era distinta già negli anni ’60 per capacità di intrapresa dando vita ad attività che si sono poi sviluppate nei decenni successivi ed hanno rappresentato la base per lo sviluppo economico e la trasformazione dei materani da contadini a commercianti a piccoli imprenditori.

Tuttavia questo gruppo emergente non aveva ancora ricevuto il supporto delle istituzioni che potesse sostenere le necessarie azioni di sviluppo e ambire a nuove dimensioni e nuove modalità di fare impresa.

La svolta avviene a metà degli anni ’70 del secolo scorso quando si inizia a sentire il bisogno di creare una zona artigianale, in risposta alla violenta crisi economica del polo industriale della Valbasento che solo un decennio prima aveva creato le condizioni per l’industrializzazione e lo sviluppo.

Durante gli anni ’70 e ’80 si avvia la fase di crescita ed espansione della zona artigianale, seguita da un ampliamento negli anni ‘90 che definisce l’attuale estensione.

La presenza di aziende nel P.A.I.P. è eterogenea: ci sono piccole aziende manifatturiere, aziende artigianali, imprese commerciali, aziende che erogano servizi.

Nel frattempo le due zone si popolano fino a raggiungere complessivamente 623 residenti e costituire di fatto un quartiere della città di Matera.

Oggi a distanza di tempo le attività proseguono nonostante le diverse crisi che si sono succedute nel 2009 e nel 2012 fino alla pandemia del 2020 che ha aperto la strada ad una nuova ed incerta crisi economica, con ripercussioni anche nel territorio materano.

Per queste ragioni oggi più che mai è stata una operazione utile e necessaria recuperare la memoria storica di questi insediamenti produttivi per mettere sotto i riflettori le criticità, le esigenze e i bisogni delle imprese e degli imprenditori e per provocare da un lato un dibattito sui prossimi progetti di sviluppo, dall’altro coinvolgere tutti i soggetti istituzionali (Comune, Regione e Stato) ed economici (Banche, Investitori, ecc.) nel processo di rilancio di queste due aree produttive.